Mi è stata fatta più volte questa domanda riguardo alla presunta pericolosità dell'ETF obbligazionario PIMCO presente nel mio portafoglio.
ATTENZIONE!
Chi sostiene questo probabilmente non ha una strategia di portafoglio chiara o ha interessi commerciali nel promuovere altro. Soprattutto se queste tesi provengono da settori finanziari dai quali ho preso le distanze in passato avendoli vissuti in prima persona.
Negli ultimi 12 mesi, il PIMCO ha registrato un rendimento quasi dell'8%.
Tuttavia, ho sentito dire che il PIMCO obbligazionario è considerato il più rischioso.
Ma il più rischioso rispetto a cosa?
In realtà, le obbligazioni sono generalmente meno rischiose rispetto alle azioni o agli ETF azionari perché hanno una scadenza e il rimborso del capitale è garantito. Anche se una delle centinaia di società incluse nel fondo non dovesse rimborsare a causa di un fallimento, i rendimenti delle obbligazioni compenserebbero abbondantemente tale perdita, spesso senza che neanche ce ne accorgiamo.
Di certo ha un profilo di rischio più elevato rispetto ad altre obbligazioni con rendimenti sotto l’1% o addirittura negativi, ma è anche vero che il premio al rischio è molto elevato.
Ma quindi è più pericoloso di altri ETF obbligazionari?
Le aziende che compongono lo strumento sono classificate come aziende più rischiose rispetto ad altre (MA NON LE PIU' RISCHIOSE) se guardiamo il rating, questo si (non pagherebbero cedole alte), ma la diversificazione in un ETF serve proprio a mitigare questo rischio. Anche in caso di fallimento di più società all’interno del nostro paniere ETF, la percentuale di perdita sarebbe di gran lunga inferiore rispetto alle cedole che incasso.
Ma poi siamo così sicuri che invece gli altri ETF obbligazionari siano meno rischiosi? In termini di solvibilità aziendale o statale questo forse si (ma ripeto che con la diversificazione questo gap si riduce molto), ma in termini di rendimento invece?
Se confrontiamo il PIMCO con altri ETF obbligazionari, notiamo che molti di essi hanno registrato rendimenti intorno allo zero o, in alcuni casi, anche negativi. Questo è dovuto soprattutto negli ultimi periodi all'aumento dei tassi di interesse, che ha causato una perdita di valore per tutti gli ETF obbligazionari, soprattutto quelli a lunga scadenza e con bassi rendimenti. Il PIMCO nel mio portafoglio si è difeso invece molto bene perché ho scelto scadenze corte e i generosi flussi di cedole hanno compensato tale perdita, rendendo nell’ultimo anno un 8% tra cedole e aumento di valore.
E nel prossimo futuro?
In vista di un taglio dei tassi di interesse da parte delle banche centrali che prima o poi arriverà, le obbligazioni sono destinate ad apprezzarsi, senza tenere conto che ogni mese anche le cedole aumentano matematicamente per via del rolling obbligazionario.
Attualmente, però, con i tassi di interesse elevati, ho deciso di spostarmi anche sui titoli di Stato europei in maniera progressiva. Questi titoli offrono cedole importanti oggi a causa dei tassi elevati, e selezionando una scadenza più lunga, posso beneficiare delle cedole consistenti per i prossimi anni e anche di un potenziale aumento del valore dello strumento in previsione di una futura riduzione dei tassi da parte delle banche centrali.
Quindi, dire che il PIMCO obbligazionario è il più rischioso è non solo una inesattezza ma una generalizzazione e un giudizio relativo solo al rating delle aziende che lo compongono. Di certo, un elemento importante da osservare, ma che da solo non basta per sapere se comprarlo o meno.
Dipende sempre anche dal contesto di mercato in cui ci si trova. Negli ultimi anni, è stato uno degli strumenti meno rischiosi perché ha scadenze brevi, e rimane sempre meno rischioso rispetto alle azioni o agli ETF azionari e talvolta anche rispetto ad altri ETF obbligazionari con titoli meno rischiosi ma con una durata più lunga, che possono essere soggetti a maggiori rischi di deprezzamento nel caso di rialzi dei tassi, come è appunto accaduto in passato. (Le stesse compagnie di assicurazioni hanno subito deprezzamenti fino al 30% del loro portafoglio essendo piene di titoli di Stato a lunga scadenza).
Quindi, la teoria e l'ABC degli investimenti sono importanti, ma nella pratica e nel mercato è necessario valutare soprattutto i cicli di mercato e la macroeconomia per capire il momento migliore per posizionarsi su uno strumento piuttosto che un altro.
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