Sono soprattutto in questo periodo "bombardato" di messaggi da parte di allievi e non allievi che mi chiedono cosa ne penso dei nuovi business che offrono guadagni significativi nel mondo del mining di bitcoin.
Ho personalmente studiato e seguito alcune delle aziende che mi avete suggerito di
verificare (premettendo che ne esistono centinaia e non ho potuto esaminarle tutte), ma sono tutte molto simili. Per evitare di fare generalizzazioni, però, vorrei ragionare insieme a voi per aiutarvi a comprendere in modo autonomo se si tratta davvero di un affare o se non conviene investire il nostro denaro in questi sistemi.
La prima cosa che insegno sempre è che, prima di investire in qualsiasi strumento, bisogna conoscerlo e sapere cosa si sta facendo. Se chiedo a chi investe in queste aziende se sa realmente cosa sta facendo, pochi sanno rispondere. I più preparati forniscono risposte relativamente solide, ma legate solo al business o alla sicurezza dell’azienda stessa.
Questo è un parametro importantissimo per evitare che scappino con i nostri soldi, ma è anche vero che, anche se il sistema è "sicuro" sotto questo punto di vista, non è garantito che si possano evitare perdite. Anzi, in questi casi il rischio è elevatissimo, e lo scopriremo insieme.
Per capire se un investimento è conveniente, è fondamentale comprendere il ritorno del nostro investimento e, soprattutto, da dove proviene il rendimento dell’azienda e in che modo viene generato.
Cosa significa minare e cosa fanno le aziende di mining
La prima cosa da capire è che il mining è l’attività attraverso la quale i "miner" (coloro che
minano bitcoin) verificano e confermano le transazioni sulla rete Bitcoin. In cambio di questo "lavoro", svolto con computer molto potenti, ricevono una certa quantità di bitcoin.
Questa ricompensa è destinata a diminuire nel tempo.
Riepilogando con un esempio semplice: minare bitcoin significa cercare di ottenerli a un
prezzo inferiore rispetto a quello attuale di mercato. Ad esempio, se riesco a estrarre un
bitcoin spendendo complessivamente 30 dollari e sul mercato il prezzo del bitcoin è di 60 dollari, ho raddoppiato il mio capitale.
Tuttavia, minare bitcoin non è un’attività esente da rischi. Diventa sempre più difficile, poiché sono necessari processori sempre più potenti, il consumo di energia aumenta e sono necessari condizionatori per raffreddare i computer. Inoltre, la ricompensa è destinata a diminuire nel tempo.
A fronte di costi fissi per estrarre bitcoin, c'è la variabile del prezzo di
quotazione che continua a muoversi sul mercato. In caso di discesa dei prezzi, potrei
trovarmi con spese superiori rispetto al prezzo di vendita, con la conseguenza di una perdita.
Le aziende di business
Ci viene continuamente proposto di investire in questa attività, ma come funziona? Ora che abbiamo compreso cosa significa minare bitcoin, è importante notare che i pacchetti offerti e venduti sono un'altra cosa.
Quando ci viene chiesto denaro per fare degli investimenti (presupponendo che l’azienda sia seria e che tutto venga fatto in massima sicurezza), stiamo dando i nostri fondi a una società che ha capannoni situati in paesi dove l’energia costa meno, per aumentare i margini aziendali.
All'interno di questi capannoni ci sono centinaia di computer che minano bitcoin 24
ore al giorno. Una parentesi sui costi energetici: se minassimo bitcoin in Italia, al momento, tra il costo dell’elettricità e il valore del bitcoin, non sarebbe conveniente farlo.
Il primo rischio, quindi, è che il mio capitale è detenuto da questa società (con tutti i rischi del caso). Facciamo l’ipotesi che investo 1000 euro.
Questi 1000 euro non vanno direttamente nel bitcoin, né tantomeno compro nulla; li do alla società. In cambio, spesso la società affitta parte dei propri macchinari e cede il diritto di ottenere (direttamente e magari nel vostro wallet in modo sicuro) i bitcoin che verranno estratti nei prossimi (ipotizziamo) 3 anni.
Per capire se il mio investimento può valere la pena, è necessario misurare quanti bitcoin
posso estrarre in questi 3 anni e moltiplicare per il valore del bitcoin di oggi.
Dico "oggi" perché è il momento in cui faccio l’investimento. Tra 3 anni, è vero, il prezzo cambierà; può aumentare o diminuire, ma per ora non lo prendo in considerazione, poiché è scollegato dal ragionamento.
(Se penso che il bitcoin salirà in futuro, mi basterebbe comprare 1000 euro di
bitcoin senza doverli necessariamente minare).
Questa verifica mi permette già di capire il mio potenziale guadagno. Se verso 1000 euro, tra 3 anni dovrò avere almeno 1000 euro nel mio wallet di bitcoin per poter dire di aver
recuperato solo il mio capitale. Se ne avrò di meno, avrò perso; se ne avrò di più, avrò
guadagnato.
La domanda cruciale è: dei 1000 euro che pago per affittare questi computer, quanto viene effettivamente investito nelle macchine stesse? È possibile che solo una piccola parte sia destinata all'acquisto dell'hardware, mentre il resto serva a finanziare altre attività, come la rete di vendita?
Spesso, dietro a queste proposte si nasconde un sistema di network marketing. Non ho nulla contro questo modello di business in sé, ma è fondamentale che sia legale, sostenibile e non si trasformi in una truffa piramidale.
Facciamo un esempio per chiarire meglio il concetto:
Se pago 1000 euro per "affittare" una parte di questi macchinari e solo 200 euro vengono
realmente investiti nell'hardware, mentre i restanti 800 euro finiscono nelle tasche della rete di vendita, ci sono due implicazioni:
1. Sovrapprezzo esorbitante: Sto pagando un prezzo altissimo per un hardware che,
nella migliore delle ipotesi, mi permetterà di raddoppiare solo i 200 euro investiti in tre
anni. In altre parole, otterrò solo 400 euro in Bitcoin, perdendo il 60% del mio
investimento iniziale. Sarebbe molto più conveniente acquistare direttamente 1000
euro in Bitcoin oggi.
2. Guadagni dal reclutamento: Gli 800 euro rimanenti servono a remunerare la rete di
vendita. Se decidessi di diventare a mia volta un promotore, potrei guadagnare cifre
interessanti. Tuttavia, è importante sottolineare che questi guadagni non derivano
dall'investimento iniziale, ma dal reclutamento di nuovi membri.
Questo scenario apre a ulteriori considerazioni:
● Insostenibilità: Se i guadagni della rete dipendono principalmente dall'ingresso di
nuovi membri e non dalla produzione effettiva di Bitcoin, il sistema è destinato a
collassare prima o poi, come una classica truffa piramidale. Le ultime persone
coinvolte rischieranno di perdere tutti i loro soldi.
● Illegalità: È illegale distribuire una quota eccessiva dei guadagni ai promotori sulla
base del numero di nuovi iscritti. Questo tipo di pratica configura una truffa piramidale,
dove il mining del Bitcoin serve solo come copertura per un puro giro di denaro.
Quindi in conclusione se volessi investire nel bitcoin mi conviene sicuramente farlo
comprando direttamente il bitcoin sul mercato evitando così anche il rischio che l’azienda in quei 3 anni possa fallire e sparire con i miei soldi.
In alternativa se volessi fare l’imprenditore farei prima a costruire io una struttura di mia
proprietà che mina bitcoin. Ma in questo caso farei l'imprenditore e siamo certi che l’attività sia redditizia?
Se invece volessi fare network e guadagnare dall’ingresso di altre persone è altro discorso ma ricordiamoci sempre che promuovere un sistema “ponzi” è diverso dal network marketing, prima o poi finisce, e si è promotori nel far perdere in futuro tanti soldi a moltissime persone.
E questo “prendere” senza dare valore purtroppo nell’universo rimane scritto e prima
o poi il conto da pagare arriva sempre.
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